mercoledì 21 maggio 2014

IL CANDELABRO A SETTE LUCI


IL CANDELABRO A SETTE LUCI di C. G. Il Candelabro a sette luci è uno degli arredi del nostro Tempio più magico e ricco di significato esoterico. La tradizione ebraica lo chiama Menorah ed altri di tradizioni diverse Eptàchiro, alla cui presenza ognuno di noi ha giurato, all'atto dell'iniziazione, e che sembrerebbe sia lì per illuminare le fatiche dei nostri lavori. Invece è lì perché vuole significare il vivo nostro desiderio di ricerca della verità, attraverso lo sviluppo armonico delle nostre capacità permeate di pensiero ed azione.

 Non a caso questo Candelabro ha sette luci, anche perché il sette regola gran parte dei più importanti cicli vitali sulla terra: la nascita, la crescita ed il declino degli uomini, animali e piante, che sono legati preminentemente al ciclo lunare, al ricrescere della stessa (luna) nel percorrere il suo ciclo infinito di nascita e morte nel Cielo. Il suo ciclo è formato di quattro fasi ed ognuna di esse dura all'incirca sette giorni. Il sette, che troviamo nei geroglifici Egizi, è rappresentato simbolicamente da una sfera: espressione di totalità ed unità. Forse per questo, intorno al Candelabro a sette luci, anticamente si riunivano i Saggi, appartati ed in piena solitudine, quando la bufera e l'odio scagliavano uomini contro uomini come belve e la disarmonia dilagava. 

Questi Saggi, lontani dagli occhi profani, si riunivano a costruire le virtù segrete per cui l'Umanità doveva trovare la via della rettitudine e della giustizia. Tanto che questi nella meditazione quotidiana e nella purezza dei loro pensieri, diventavano artefici di armonie con se stessi, col Mondo e con Dio. Furono Essi i Grandi Iniziati e gli artefici del grande pensiero filosofico di tutti i tempi. Secondo la tradizione ebraica, il Candelabro, che fu fatto costruire da Mosè, dietro ordine di Geova, era d'oro, foggiato con arte. Quando era acceso, la sua luce ardeva come sette fiori sboccianti. Per essi il Candelabro non rappresentava un simbolo di Dio, ma solo il simbolo della fede eternamente accesa. Secondo la Bibbia, nel libro dei profeti, l'Eterno rivolgendosi a Zaccaria, che gli aveva chiesto spiegazioni su ciò che vedeva, gli disse che quel 7 lumi sono:"Gli occhi del signore che spazia su tutta la terra". Nella Bibbia il sette è ricorrente: nella Genesi, sette furono i giorni della Creazione; nell'Apocalisse, troviamo che sette furono i grandi Arcangeli; nello stesso capitolo si legge che 7 furono le CHIESE del tempo (Efeso, Smirne, Sarsi, Tiati, Pergamo, Filadelfia e Maodicea); nello stesso capitolo si parla di 7 angeli, delle 7 trombe, delle 7 coppe ricolme dell'ira di Dio, delle sette piaghe, dei 7 suggelli del libro chiuso, della bestia dalle 7 teste. Secondo la Baghavad Gita, il lib sacro dell'Induismo , sette furono i Veda dell'India emanati ed illuminati da AGNIi, il fuoco sacro, simbolo del focolare domestico e della famiglia. Ciò è quasi paragonabile al Nuovo Testamento, nella parte ove si rileva: 7 le virtù, 7 i sacramenti; 7 i doni dello spirito santo; 7 i campioni della cristianità; 7 i vizi capitali; 7 le opere di misericordia spirituale; 7 le opere di misericordia corporale. Secondo il libro dei morti, 7 furono i geni della visione di Ermete: sotto questo nome viene indicato l'autore di una serie di scritti che risalgono alla tarda età ellenica: II e III secolo d.C. Fu in questo periodo che si ebbe l'inizio della letteratura neopitagorica, particolarmente fiorente negli ambienti egiziani di Alessandria e c'era allora la tendenza ad attribuire i nuovi scritti e le nuove dottrine all'autorità di antichissimi pensatori o divinità, ai quali attribuivano la facoltà di Maestri del genere umano e depositari di tutta la vera conoscenza. Secondo lo Zend-Avesta, libro sacro dei Persiani, il Candelabro a sette luci sta ad indicare che 7 furono gli "ansaspendes", (cioè sette furono i diffusori di verità) dei Parsi, ultimi rappresentanti dell'antica Comunità Zoroastriana iranica, che dovettero lasciare il paese, rifugiandosi in India, dopo lo sbarco degli Arabi (anno 716) e la totale islamizzazione della Persia. L'albero della materia cosmica i cui frutti sono i sette metalli. Illustrazione di un libro del XVII secolo Per l'Islam, il Mondo è retto da sette colonne poggianti sulle spalle di un gigante, sostenuto da un'aquila, posata su una balena che naviga nel mare dell'eternità;il sette ricorre più volte nel Corano. I popoli meridionali della Mesopotamia, la cui storia dal 525 a.C. si identifica con quella dei Babilonesi, asserivano che 7 erano i Grandi della Caldea. La sapienza greca che è sempre stata ritenuta rivelazione di bellezza, che considerava il Platonismo come la sua massima espressione, indica nei sette sapienti e nelle sette meraviglie del Mondo la perfetta armonia tra pensiero ed azione. E’ interessante notare come furono rappresentati i 7 Saggi. - CLEUBULO, che ha una bilancia in mano, significa "sii giusto"; - PITTACO, che ha un ramo d'ulivo in mano ed un dito sulle labbra, significa "taci e se devi parlare porta pace e non odio"; - SOLONE, che ha un teschio in mano, significa "pensa alla tua fine"; - PARIANDRO, che è calmo e rassegnato, significa "raffrena l'ira"; - TALETE, che è come uno che non sa, significa "la sapienza è infinita"; - CHILONE, che ha uno specchio in mano, significa "conosci e vinci te stesso"; - BIANTE, che solleva una gabbia con un uccello, significa "la libertà produce". Altrettanto interessante è notare come furono indicate le "7 meraviglie": - IL COLOSSO DI RODI significa la "forza" - I GIARDINI PENSILI DI BABILONIA significano "scienza ed accorgimento"; - IL MAUSOLEO DI ALICARNASSO significa "agisci per grande sepoltura"; - IL TEMPIO DI DIANA a Efeso significa "provvidenza e raccoglimento"; - IL FARO DI ALESSANDRIA significa "luce e guida"; - IL GIOVE OLIMPICO di Fidia significa "Dio" (Fidia nato verso il 490 a.C. è considerato dalla Sapienza greca uno dei più grandi geni di tutti i tempi e la verità); - LE PIRAMIDI D'EGITTO significano "rivelazione e sapienza". Oltre i setti Saggi, da quei Templi di meditazione e di sapienza, quando l'Umanità sembrava avvolta in pesanti tenebre, uscirono dei Grandi Iniziati come: - KRISNA, l'organizzatore della costituzione bramanica; - ERMETE, che diffuse il grido della Luce conosciuta nelle tenebre del Sepolcro; - AMOS, il liberatore dell'Egitto dopo 900 anni,di dominazione degli Hicsos; - MOSE’, il grande modellatore di energie e formidabile risvegliatore di anime; - ORFEO, il rivelatore del Verbo-Luce; - PITAGORA, il mistico dell'armonia e della libertà; - PLATONE, assertore della bontà come eredità iniziale, continuazione e culmine della vita; - CRISTO, portatore di grazia e carità per rinfrancate gli uomini dalla schiavitù, dal dolore, dallo spavento, dall'ignoranza e dall'odio. Il numero 7 è in tutte le epoche ricorrente: il sette è l'origine della rappresentazione spaziale delle tre dimensioni in cui ci muoviamo ed il centro sintetizza la perfetta fusione dei diversi Mondi che compongono il Tutto. Sette sono i Cieli del sistema Tolemaico, che sosteneva il sistema geocentrico con la Terra di forma sferica immobile al centro dell'Universo. Attorno ad essa, in sfere concentriche, dette Cieli, ruotano: la Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno. Ciò fino al 600, quando si afferma la teoria eliocentrica di Copernico, secondo cui, la Terra ed i pianeti girano intorno al Sole. In epoca più recente, non con lo stesso rigore, ma con lo stesso amore, con la stessa religiosità interiore, abbiamo avuto: Dante che con la sua Divina Commedia espone la vita dell'anima per se stessa, in rapporto all'universo ed a tutto ciò che ci circonda; Mazzini; Garibaldi; Carducci che nella poesia "Davanti a San Guido", più volte menziona il sette; Mozart e Beheetoven che con le sette note del pentagramma seppero unire con l'armonia dei suoni la terra al cielo; Goethe che sosteneva "pensare è facile, agire è difficile agire secondo pensiero è scomodo". Nella stessa Kabbala l'uomo è rappresentato triplice nella essenza, ma settemplice nell'evoluzione, cioè: - capacità vegetativa (nascita e sviluppo del corpo); - capacità nutritiva (mantenimento del corpo); - capacità sensitiva (contatti sensoriali coi mondo fenomenico); - capacità intellettiva (riflessioni e sintesi); - capacità sociale (rapporti con i suoi simili); - capacità naturale (rapporti con la natura); - capacità divina (armonizzare la vita con la realtà di Dio). Tutto questo deve servire a ricordarci che oggi non c'è più Fede e che Lazzaro muore ogni giorno senza che nessuno si curi di Lui. L'ignoranza è il dominatore comune, l'uomo non vede altre armonie se non la ribellione e l'egoismo. L'uomo di oggi non gode più alzando gli occhi al Cielo per ammirarlo con gli occhi dell'anima, perché se così facesse, si accorgerebbe che l'Orsa Maggiore con le sue sette stelle gli indica il suo giusto orientamento. Per questo coloro che si sentono custodi della verità devono fare uno sforzo maggiore, per dare all'Umanità "bisognosa" la possibilità di ritrovare armonie spirituali per purificare le azioni. 

Non ci si può più adagiare sulla luce del pensiero, si finirebbe come quel pescatore che, a forza di aggiustare le reti, si dimenticava di pescare. Bisogna ricordare che la Creazione del Mondo, non fu un semplice Canto iniziato dal Grande Architetto dell'Universo e perduto nel silenzio dei tempi, perché a ben riflettere, dopo ogni bufera appare nel Cielo la continuità del suo Canto nei sette COLORI dell'Iride. E se si medita ancora più attentamente, la sua più grande sintesi la si scorge nell'armonia delle sette note che con le loro vibrazioni uniscono il Cielo alla Terra, come la Scala d'Oro nel sogno di Giacobbe. E noi abbiamo nei nostri Templi tutti gli strumenti dell'arte per agire nel mondo profano in armonia col nostro pensiero di Fratellanza-Umanità e Libertà, ricordando sempre che la terra, se non la si cura, produce gramigna e sterpi. (tratto da HIRAM, n. 5, maggio 1987 – Ed. Soc. Erasmo, Roma)

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