giovedì 3 luglio 2014

LA FORMULA INFALLIBILE PER PERDONARE DAVVERO

La formula infallibile per perdonare davvero Formula n. 5 Diamo ora la formula infallibile per perdonare e al tempo stesso dimenticare. Ciò è positivo per la nostra coscienza in quanto, essendo questo uno sforzo d’amore, ci pone nel punto centrale dell’equilibrio, della tolleranza e della buona volontà. Nel Vangelo di Giovanni possiamo leggere queste parole di Gesù: “Vi do un Comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13:34-35). E San Paolo, in una lettera ai Romani, dice: “L’amore è l’adempimento della legge” (Rm. 13:10). Agire secondo la legge dell’amore è agire secondo tutte le leggi; è stare con Dio, in Dio, ed essere gioiosi, soddisfatti e completi in tutte le nostre esperienze. Il mio maestro diceva: “L’uomo che ama davvero è l’uomo più forte del mondo”. Ecco qui la ricetta per un perdono completo ed amorevole: ogni volta che senti qualcosa di sgradevole nei confronti di qualcuno, riconosci in te un desiderio di vendetta, oppure provi rancore o risentimento per qualcosa che ti hanno fatto, mettiti deliberatamente a ricordare tutte le buone qualità che riesci a trovare in quella persona. Cerca di rivivere i momenti gradevoli che hai condiviso con lei, magari molti anni prima del momento in cui ti fece del male. Insisti nel ricordare il bene, le sue buone qualità, la tua antica opinione su di lei. Se riesci a ridere di qualche sua frase o di qualcosa di divertente che avete vissuto insieme, il miracolo è fatto. Se non ti basta un solo trattamento, ripetilo tante volte quanto è necessario per cancellare il rancore e il risentimento. Ti conviene farlo, comunque, anche se lo dovessi ripetere “fino a settantavolte sette” (Mt 18:22). Questo è il compimento della legge data da Gesù: “Non lasciatevi vincere dal male, bensì vincete il male col bene” (Rm. 12:21). Questo è porgere l’altra guancia, è amare i nemici, benedire coloro che ci maledicono, fare del bene a quelli che ci detestano, e pregare per quelli che ci oltraggiano e ci perseguitano, il tutto senza esporci apertamente a chi ci maltratta. Se lo farai sinceramente, ti accorgerai di qualcosa di molto strano; ti sentirai, innanzitutto, liberato e poi vedrai che molti inconvenienti che turbavano la tua vita (e non sapevi a cosa attribuire), spariranno come per incanto. Il PERDONO – Bisognerebbe evitare di pensare alle persone verso cui si provano odio o rancore. Esse, se non le perdoniamo, diventano i nostri padroni, ci vengono in mente quando mangiamo, rovinandoci il pasto; quando siamo a letto guastandoci il sonno; quando ci rilassiamo, riportandoci ansia e agitazione. Mario Rizzi Un pensiero del maestro Omraam Mikhael Aivanhov (2) Chi è povero e debole spiritualmente non è capace di perdonare ma cerca di vendicarsi. Per perdonare chi vi ha fatto del male dovete diventare grandi, ricchi, forti, luminosi; dovete dirvi: “Devo perdonarlo perché, poveretto, è privo di luce, di conoscenza, di nobiltà… E non sa neppure in quale situazione si mette facendomi del male, perché le leggi divine sono inesorabili e dovrà soffrire per il male che mi ha fatto. Io invece, anche se ne sono la vittima, ho il privilegio di lavorare per il bene, per il Regno di Dio, per la luce”. Pensando così e paragonando lo splendore in cui vivete, per aver scelto il cammino del bene, alla miseria e all’oscurità di coloro che sono ingiusti e cattivi, un sentimento di pietà, di indulgenza e d’amore s’impadronirà di voi, Questa generosità, che non avreste potuto raggiungere con nessun altro mezzo, è facilmente raggiungibile in questo modo. Quando noi odiamo una persona siamo legati a lei da un legame emozionale più forte dell’acciaio. Il perdono è l’unico modo per rompere tale legame e ritornare liberi. La persona odiata diventa, pian, piano, il nostro padrone; ci viene in mente di giorno e di notte; ci toglie sonno e serenità e ci priva della gioia di vivere. Se consideriamo coloro che ci hanno fatto del male come delle persone che (in un momento particolare) hanno agito male nei nostri confronti ma sono pur sempre dei figli di Dio, il perdono non ci sarà difficile. Esse hanno attraversato il nostro cammino per un appuntamento fissato dal Creatore. Dobbiamo ricordare che quando qualcuno ci ferisce lo fa perchè la sua anima stà cercando di accaparrarsi la nostra divina attenzione e la nostra benedizione. Se gliela offriamo cesserà di intralciare il nostro cammino. Qualcuno può pensare di non aver nulla da perdonare. Se nella sua vita compaiono però: confusione, sofferenza, infelicità, miseria, o dei bisogni di qualunque tipo egli è nella necessità di dover perdonare. Vi è un vecchio proverbio che dice: “Colui che non riesce a perdonare agli altri rompe il ponte su cui lui stesso deve passare”. Quando la nostra salute od il nostro benessere, tardano ad arrivare, è necessario concedere il nostro perdono. “Il perdono può spazzare via tutti gli ostacoli che hanno impedito al benessere e alla salute di arrivare fino a voi. Il perdono è un potente magnete da cui nessun bene può evitare di essere attratto”. Un rimedio sicuro (3) Il perdono può spazzare via tutti gli ostacoli che hanno impedito al benessere e alla salute di arrivare fino a voi. Il perdono è un potente magnete da cui nessun bene può evitare di essere attratto. Oltre a perdonare gli altri dobbiamo anche imparare a perdonare noi stessi. L’autocondanna ci priva della salute e ci può causare problemi di tutti i tipi, compresi quelli finanziari. Charles Fillmore, fondatore del movimento spirituale: “Unity” propone questa formula di perdono dicendo che questo è un trattamento mentale garantito per curare ogni tipo di malattia: 1. Ogni sera, prima del sonno, siediti per circa 30 minuti e chiedi perdono, mentalmente, a tutti quelli verso cui hai avuto un atteggiamento negativo o antipatia. Se hai dei pregiudizi contro un animale, o ne temi la presenza, chiedi perdono pure a lui e mandagli il tuo amore. 2. Se hai accusato qualcuno; hai discusso duramente; hai criticato o fatto pettegolezzi; ritira le tue parole chiedendo (mentalmente) perdono alle persone offese. 3. Se le circostanze ti hanno portato a delle rotture con parenti (o amici) fai tutto ciò che ti è possibile per sistemare le cose. 4. Cerca di vedere tutte le persone come dei figli di Dio che stanno facendo delle penose esperienze nella vita terrena. Offri loro la tua incondizionata comprensione e i più intensi pensieri d’amore. 5. Non coricarti mai con la sensazione che vi siano nel mondo persone, animali, cose o situazioni, che ritieni essere tuoi nemici. Una formula per un perdono completo potrebbe essere: Formula n. 6 Io perdono ogni cosa, ogni persona, ogni esperienza, e ogni memoria del passato, o del presente, che necessita il mio perdono. Io perdono tutti con piena intenzione. Dio è amore e, come io ho perdonato agli altri, così io ora sono perdonato e governato soltanto dall’amore di Dio. L’amore di Dio sta sistemando la mia vita e i miei problemi. Realizzando tutto questo io abito nella pace. È provato che il perdono guarisce le malattie; fa’ diventare forti i deboli; trasforma i codardi in coraggiosi; muta gli ignoranti in saggi, e fa’ degli scontenti delle persone felici. Ricordate che il perdono può eliminare ciò che si era messo come ostacolo tra voi e il vostro benessere. Perdono e comprensione sono strettamente collegati (4) Il precetto di perdonare fu dato per evitare che le persone, proiettando sentimenti ostili e negativi, danneggiassero se stesse perché la Legge di Causa ed Effetto dice chiaramente che quello che una persona semina è ciò che raccoglierà. Perdonare significa agire con volontà in modo da chiudere definitivamente ogni conto aperto con altri; è saldare coscientemente ogni pendenza aperta con amici, parenti o conoscenti.. Se il conto rimanesse aperto, senza il perdono, prima o dopo la Legge di Causa ed Effetto creerebbe le condizioni adatte per la sua chiusura definitiva. Questa è una Legge inesorabile, che opera automaticamente a danno di chi poteva farlo di sua volontà e si è rifiutato di farlo. Vi è pure una ragione logica per perdonare ed è questa. Chi ti ha fatto del male, ha agito secondo il suo gradino evolutivo. Se fosse più evoluto, non si sarebbe comportato in quel modo, è stata infatti l’ignoranza che lo ha fatto agire in quel modo. Ognuno agisce in conformità del suo livello evolutivo, infatti non ti meraviglia il fatto che un bimbo non sappia risolvere un problema di analisi matematica. Egli fa quello può e non può fare ciò che non rientra nelle sue capacità. Chi ti ha fatto del male, il delinquente che ha commesso un delitto, colui ti ha detto offeso con le sue parole, sta facendo la sua esperienza di vita e le sue azioni esprimono ciò che è capace di fare. Egli potrà fare delle esperienze buone e migliori solo quando supererà il livello di coscienza di cui è attualmente capace. Cerca di comprendere le ragioni e i moventi delle azioni altrui: ti accorgerai che la maggior parte crede di agire bene facendo ciò che fa. Mettiti nei panni di coloro che agiscono in un dato modo: questo significa comprendere gli altri, e com-prendere significa “prendere con sé”. Perdono e comprensione sono strettamente collegati. Quando ripensi ai tuoi antichi errori, ti rivolgi a te stesso con comprensione. Pensi, infatti: “Ho fatto quella cosa perché non capivo. Ora non la rifarei”. Perché non adoperi lo stesso metro per misurare gli errori degli altri? La comprensione è questo penetrare le ragioni di ogni operato, e non solo per le tue azioni, anche per quelle degli altri. Con la comprensione si evita ogni condanna, perché essa permette di penetrare nell’animo altrui e comprendere le ragioni che lo hanno motivato a agire in quel modo. Certo, non si tratta di approvare, non si dice di plaudire, ma soltanto di comprendere perché si è agito in quel modo. La comprensione è un’espressione dell’amore. E poiché si devono amare tutti, così si devono comprendere pure tutti nel loro agire. Chi comprende gli altri perdona naturalmente. Non sorridi se un bambino ti batte con la manina e talvolta ti fa perfino male? Dovremmo perdonare come ha fatto Gesù, che seguendo questo modo di vedere le cose, mentre era sulla Croce ha detto: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno”. Gli uomini generalmente non si rendono conto del male che fanno con le loro azioni anzi i più credono di far bene, di avere ragione e che devono agire in quella maniera. La limitata visione e lo scarso discernimento non permettono loro di vedere meglio. È necessario perdonare, non solo per le ragioni dette, ma perché tu stesso hai bisogno di essere perdonato. Chi fosse tanto cieco da non riconoscersi colpevole di qualche cosa, e si ritenesse, invece, innocente e immune da ogni colpa, come il fariseo che si riteneva diverso da tutti gli altri uomini, allora la sua cecità gli impedirebbe di vedere, rischiando di farlo precipitare in chissà quale baratro. Se sapesse ciò che fa, cioè male a se stesso, il malvagio non si comporterebbe in quella maniera; ignora le leggi della vita e quindi ritiene di realizzare il proprio bene danneggiando altri. Quando arriverà a capire, e sarà attraverso il dolore che gli aprirà gli occhi, si pentirà per quello che ha fatto; imparerà dal dolore, il suo vero maestro, che soltanto il bene vale. Perdona e prega le guide perché sia illuminato. Allora cambierà. E sarà una situazione nuova. Soltanto il radicale mutamento del nostro mondo interiore, anche se difficile da realizzare, può renderci invulnerabili agli attacchi occulti che altri volessero operare contro di noi. http://tuseiluce.altervista.org/blog/la-metafisica-per-tutti/

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