giovedì 11 dicembre 2014

LA PREGHIERA COME MEZZO PER COMUNICARE CON L'ANGELO

Se noi non riusciamo a "essere", cioè a essere noi stessi, genuini, disponibili verso gli altri e aperti al
mondo, è assurdo pensare di entrare in contatto con i Mondi Spirituali. Per questo è importante anche
lo stile di vita. Non solo quando tentiamo di metterci in comunicazione con gli Angeli, ma in ogni
momento dobbiamo cercare di essere padroni di noi stessi, delle nostre emozioni, dei nostri impulsi.
Dovremmo riuscire a ritagliare in ogni nostra giornata, per quanto è possibile, lunghi momenti
di tranquillità, di rilassamento; coltivare il silenzio, soprattutto quello interiore.
Dovremmo riuscire a essere più disinteressati e non dimenticare mai che siamo l'infinitesima parte di
una realtà collettiva e unitaria chiamata umanità e che ci realizziamo pienamente come individui solo
quando siamo in relazione con gli altri e soprattutto quando operiamo in favore degli altri senza
aspettarci nulla da loro. Ottima cosa sarebbe quindi, quando ci si rivolge all'Angelo, pregare
anche per il "prossimo" e per le sue necessità.
Un modo, estremamente importante, per comunicare con l'Angelo è la preghiera, una preghiera
espressamente concepita per lui e a lui indirizzata.
Per cominciare, ricordiamo la famosa preghiera della Chiesa cattolica "Angelo di Dio, che sei il mio
custode", che i più hanno appreso sin dalla prima infanzia e che poi forse hanno finito col dimenticare.
Ma vi sono tantissime altre preghiere (si veda il capitolo "Preghiere e Invocazioni"), formulate da varie
e antichissime tradizioni, indirizzate ad Angeli diversi e riferite ai differenti bisogni e circostanze della
vita.
Le preghiere spontanee sono di certo migliori, innanzitutto perché sgorgano dal cuore e poi perché in
esse appare una forte partecipazione che si spinge oltre ogni formula standardizzata. Non importa se le
parole appaiono inadeguate, le richieste banali e le espressioni ripetitive: ciò che conta è che nella
preghiera si ponga se stessi, la propria mente ed il proprio cuore.
Va chiarito a questo punto che il culto dell'Angelo custode è qualcosa di assolutamente diverso dal
culto verso la Divinità, quale che sia la religione praticata; l'Angelo è un amico, una guida che l'Essere
supremo ha posto accanto all'individuo, per aiutarlo nella sua vita quotidiana; con lui quindi vi è un
rapporto di fraterna amicizia.
E' proprio in quest'ottica cameratesca, che occorre muoversi, con l'intento di dimostrare all'Angelo i più
sinceri e profondi sentimenti, nella convinzione che tutto ciò renderà più facile lavorare con Lui.

http://www.viveremeglio.org/0_volumi/religione/angeli.pdf


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