sabato 9 settembre 2017

IL PERDONO............

L’odio, il risentimento, i cattivi desideri, la competizione, l’aggressività, tornano indietro e si somatizzano in malattie e depressione, che si ripercuotono esternamente sottoforma di disastri, fallimenti, rifiuti e altre sofferenze. Un’alta percentuale di malattie e frustrazioni è il prodotto del non perdonare. Il risentimento è il cancro dell’anima. Non perdonare qualcuno, è una ferita psicologica che con il tempo cresce fino a danneggiare la persona, e può manifestarsi nel corpo fisico come malattia. Chi non perdona, fa un danno a se stesso. Quando qualcuno parla male di te, ti attacca, ti condanna, ti calunnia o ti tradisce, se ti vendichi, rifiuti o condanni, agisci allo stesso modo di chi ti ha ferito, e quello che ottieni è ulteriore odio e ulteriore rifiuto. La vendetta dell’“occhio per occhio, dente per dente” ti intrappola in una ruota senza fine di negatività, da cui è difficile uscire.
“Il perdono dell’Amore Compassionevole” libera da tutti gli effetti di un’azione azione. Non reagire negativamente; devi perdonare, trasmettere Amore, come se non fosse mai successo niente. Si ottiene perdono, dicendo e pensando: “IO TI PERDONO”; anche se non si sente il perdono, bisogna continuare ad affermarlo fino a sentirlo. Non importa se in un primo momento il perdono non è sincero. Pavarotti non cantò l’opera “Tosca” il primo giorno; dovette esercitarsi fino a che fu perfetta e la cantò in teatro. Tanto più ci si esercita nel perdono, tanto meglio si riesce a realizzarlo di tutto cuore. Non c’è nulla di vergognoso nel chiedere perdono. La tua psiche si rafforza e si alleggerisce quando chiedi perdono; ti liberi di tonnellate di sensi di colpa. “Perdonare ed essere perdonato è divino”.
Se qualcuno ti abbandona, tradendoti con un’altra persona, non serve a niente sapere con chi ti ha tradito né che cosa sta facendo. Abbi solo compassione e Amore, perché quella persona riserverà lo stesso comportamento a qualcun altro provocando la tua stessa sofferenza.
Quando c’è il perdono, non c’è passato penoso, solo un presente gioioso. La natura non ha un passato penoso ma glorioso, con un registro storico che è visibile nella grandiosità del suo presente. Ricordare il passato è vivere nella morte. Si può dire, pensare e sentire rispetto al passato: “LO CANCELLO”. Quando si vive nella coscienza della “Vita Una”, esiste solo il presente; il passato è unito e fuso nel presente, e il futuro è implicito nella qualità delle cause che si muovono in quel momento. Quello che è successo ieri, buono o cattivo, non si può cambiare, non ha soluzione né esistenza reale, non è tangibile; esiste solo psicologicamente, ma anche psicologicamente può essere eliminato. Il passato esiste solo nella mente di chi lo pensa.
Un modo per fermare gli attacchi, le guerre razziali, i conflitti politici, l’ingiustizia sociale e i sequestri è PERDONARE. Siate sempre disposti a non attaccare l’attaccante bensì a perdonarlo, non importa quanto sia difficile.
Una volta che una persona si è resa conto di cosa sia la crudeltà, ne abbia pagato personalmente le conseguenze e abbia capito quanto faccia soffrire gli altri, per il Principio di Azione e Reazione al ripresentarsi di una situazione simile al passato, non ripeterà più gli stessi comportamenti.


CONDIVISO E TRATTO DA LA PSICOLOGIA DEI SETTE RAGGI DI RUBEN CEDENO

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